关于

PER FAVORE, LEGGETE QUESTO INCIPIT:
1. Niente richieste in chat di fotografie. Non sono qui per quello e chi me le chiede finisce immediatamente in blocco (vale per chiunque, indipendentemente dal sesso)
2. Niente maschietti che pensano di essere capaci di farmi diventare etero. Se mai io volessi il cazzo, con uno schiocco di dita ne ho quanti ne voglio nella vita reale, ma non mi interessa. Quindi non è il primo sfigato che pesca a strascico su Internet a farmi cambiare idea.
3. Se siete maschietti che se la tirano da gay-friendly, chiedete l’amicizia pure ai gay, non solo alle lesbiche, e chiedete pure ai gay come fanno sesso, invece di farvi le seghette pensando a due donne che se la leccano a vicenda. Se non avete i soldi per pagarvi l’abbonamento a un sito porno non è colpa mia.

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PLEASE READ BEFORE GOING ON:
1. Do not ask me for pics (no matter which sex you belong to): such request would cause your sudden block.
2. No males that claim to be able to turn me straight. I do not and will never need a cock [and even if I needed one I’d get as many as I want simply snapping my fingers, you should know that 90 per cent of women can always access to sex way more easily than the upper 10 per cent of men]. Thus my mind won’t change because of a loser pussy trawler on the Internet.
3. If you are a straight male posing as gay-friendly, please befriend also gays, not lesbians only. Also try to show for the way two men have sex the same morbid curiosity you seem to have for lesbian sex, instead of wanking at the thought of two women eating one another's pussy. If you cannot afford the subscription to a porn website it is not my fault.

QUALCOSA SU DI ME
A diciott’anni conosco in palestra questa qui, lei viene da un quartiere di case popolari di Roma e ha suppergiù l’età di mia madre, io vengo da un quartiere medioborghese e finisco il liceo quell’anno, lei frequenta la stessa palestra mia perché fa le pulizie per l’impresa del padrone della palestra e quindi frequenta gratis. Insomma ci piaciamo, e una sera finisco a casa sua. Un ambiente a cui non sono abituata, ma lei mi dice che le ragazze le sono sempre piaciute fin da quando andava a scuola e giocava a pallone. Quella sera mi ero dimenticata un buttplug in borsetta, lei lo vede e mi fa «aah ma allora sei aperta pure al culo» e io sono imbarazzata perché al massimo mi dicevano «lì» senza nominare mai il «culo».
Morale, mezz’ora dopo mi sta lavorando tre dita lubrificate nel culo e sta infilando la quarta mentre mi dice quanto le piace farlo a quelle come me, lo dice per umiliarmi e lo sento, anche perché arriva alle nocche con quattro dita e le rivolta piano, io piango più per l’umiliazione di quello che mi dice ma mi bagno in maniera vergognosa, e il fatto è che nemmeno riesco a dirle di fermarsi perché in fondo non voglio, insomma mi fa venire tra le lacrime e la ricompenso con la migliore leccata di fica in cui mi sia mai prodotta.
Quando finiamo mi riaccompagna a casa con la sua auto scassatissima e mi fa «mica abbiamo finito: te lo devo sfondare quel culetto stretto da puttana». Deglutisco ma sono di nuovo bagnata. Insomma, in tre mesi la mano è riuscita a mettermela nel culo, poi quella stronza si è fatta arrestare per spaccio di droga. Mi invento una cazzata per andare a Rebibbia a trovarla ma lei mi dice che è meglio che non ci vediamo più perché altrimenti mi rovino a stare vicino a lei. Non riesco a dirle che la amo, e me ne vado in lacrime. Non la vedrò mai più, muore in carcere per aneurisma cerebrale.