L'amore della zia.
Mia madre è morta quando avevo cinque anni.
Durante la malattia era venuta ad abitare in casa nostra una zia, sorella minore della mamma. In quel periodo la zia aveva stretto un rapporto molto intimo con mio padre. La zia era diventata una seconda madre per me e sospettavo che stesse diventando una seconda moglie per mio padre.
La conferma la ebbi due anni dopo la morte della mamma quando la zia si decise a trasferirsi da noi con il pretesto di potersi avvicinare alla città per lavoro e per ridurre le spese di casa dato che eravamo rimasti solo io e mio padre.
Una sera, infatti, sentii dei mugolii femminili soffocati e dei sospiri provenire dalla camera matrimoniale. Di soppiatto mi recai a vedere cosa stesse succedendo facendo capolino di nascosto dalla porta della camera che era rimasta abbastanza socchiusa da permettermi di vedere l'interno senza essere vista. Vidi mia zia stesa sopra mio padre con le gambe aperte sopra la sua faccia mentre si introduceva il suo grosso cazzo lungo e duro in bocca e lo succhiava avidamente. Stettero per un po' in quella posizione a 69 finché mio padre non se ne venne agonizzante schizzando una notevole quantità di sperma in bocca e in faccia della zia che lo inghiottì tutto non lasciandone nemmeno una goccia. Ripulì il cazzo succhiandolo più dolcemente fino a quando non si sgonfiò completamente e i due si calmarono. Ogniuno si mise dalla propria parte del letto e si addormentarono.
Io volevo molto bene a mia zia e quando iniziai ad affrontare la pubertà mi stette molto vicina e mi spiegò tutto quello che c'era da sapere per una giovane fanciulla che stava crescendo per diventare una giovane donna.
Da quando la mamma era morta avevo molta paura ad addormentarmi da sola così chiedevo sempre alla zia di tenermi compagnia fino a che non mi fossi addormentata.
Una sera ci fu un furioso temporale e faticavo più del solito a prendere sonno. La zia, complice il fatto che mio padre era via di casa per affari, venne nella mia cameretta e si mise con me nel letto.
La zia fece del suo meglio per calmarmi. Mi prese amorevolmente la testa tra le mani e me la fece appoggiare sul suo grembo accarezzandomi i lunghi capelli dorati che aveva prima spazzolato con cura. Ero decisamente irrequieta, così ella mi disse che aveva sentito dire che far succhiare il seno aveva effetti calmanti per i giovinetti che come me avevano problemi a dormire e mi chiese se volessi fare ciò e che lei sarebbe stata felice di aiutarmi in tal senso. Io accettai di buon grado perché, pur di trovare serenità, ero disposta a tutto.
Così, la zia si abbassò le spalline della camicia da notte rivelandomi i suoi meravigliosi seni. Io mi accostai ad uno di essi e aprii la bocca accogliendovi all'interno il grosso capezzolo scuro. La zia fece un leggero sospiro e riprese ad accarezzarmi le guance e i capelli cullandomi leggermente mentre io presi a succhiare delicatamente.
Presto il capezzolo che tenevo nella bocca iniziò ad indurirsi e ad allungarsi formando un cono rugoso e turgido mentre il respiro della zia si faceva via via più pesante. Io seguitavo a succhiare il suo seno percorrendo con la lingua quel seno caldo e morbido fino a circondare il suo capezzolo duro che a tratti emetteva delle piccole gocce di liquido denso.
Poi sentii la zia divenire irrequieta mentre strofinava le cosce tra loro. Con la coda dell'occhio vidi la sua mano scendere verso il proprio inguine e sollevare un lembo della camicia da notte sino a scoprire il fianco e le mutandine bianche. La mano si diresse verso la pancia e si insinuò sotto l'elastico delle mutandine fino a scomparire tra le sue gambe che allargò leggermente.
Vidi che la zia aveva un'espressione del volto estatica mentre con la mano frugava delicatamente in mezzo alle proprie gambe sotto le mutande. Io mi fermai e le chiesi cosa stesse facendo. Lei si interruppe bruscamente come risvegliata da un sogno e, accortasi che avevo visto tutto, decise di non mentire e, con un filo di voce spezzata, mi spiegò che stava facendo una cosa che l'avrebbe fatta sentire molto bene e che le avrebbe fatto passare un "prurito" che avevo innes**to succhiandole il seno in quel modo così sensuale.
Io sul momento non capivo cosa ci fosse di tanto speciale nel frugarsi la cosina ma provai un moto di eccitazione nel basso ventre mentre mi figuravo quell'atto così nascosto e intimo. Ero curiosa e le chiesi di farmi vedere.
Lei fu molto riluttante ma io insistei fino a quando vinsi tale resistenza. Lei cercò di dissuadermi e fece anche il gesto di andarsene ma io la trattenni e la supplicai anche perché oramai ero divenuta abbastanza grande e avevo bisogno di imparare e capire quelle sensazioni che si sprigionavano nel mio ventre e che mi suscitavano sensazioni di frustrazione e irrequietezza. Spiegai alla zia che spesso mi era accaduto di svegliarmi nel cuore della notte pervasa da un senso di irrequietezza e di eccitazione per avere sognato una figura maschile e, molto spesso anche femminile, che premeva il suo corpo sul mio facendomi sentire il suo peso sul ventre. Le dissi anche che quando mi capitava di fare simili sogni mi svegliavo di soprassalto con la pisella fradicia e che spesso lasciavo una grande chiazza di bagnato sul lenzuolo.
La zia mi aiutò a capire che quei sogni e le loro conseguenze sul mio corpo erano dovute al fatto che mi stavo trasformando in una giovane donna e che quindi presto avrei sentito l'insopprimibile bisogno che lei stava provando in quel momento mentre le succhiavo il seno. Perciò la zia si decise ad aiutarmi a capire.
Così la zia si tolse la camicia da notte e si sfilò le mutandine rimanendo nuda accanto a me. Mi invitò a guardarla con voce strozzata dall'eccitazione per quel legame intimo che si era appena instaurato e che andava immensamente oltre rispetto all'amore filiale che provavamo l'una nei confronti dell'altra. Ella allargò le gambe nude e mi mostrò la sua fica che, a differenza della mia, era ricoperta da una rada peluria castana. Essa era socchiusa in modo osceno ed era bagnata al punto che copiose grosse gocce e bave trasparenti ne rendevano le labbra completamente madide. La sensazione era quella di vedere un bocciolo di rosa scuro e irrorato di rugiada mattutina con al centro una cavità scura ed imperscrutabile.
La zia fece scorrere le sue affusolate dita l'indice e medio lungo quella spaccatura scura per poi allargarle con un delicato gesto a forbice che aprì le grandi e piccole labbra che la circondavano così svelandomi ancor meglio i suoi segreti più reconditi. La cavità ora era allargata aperta, la zia riunì le dita e ve le infilò facendole scivolare a fondo fino alle nocche emettendo un forte gemito mentre con l'altra mano mi afferrò il braccio mentre le si inarcava la schiena in preda ad un forte spasmo.
Mentre faceva ciò, con la voce sommessa e rotta tentava di spiegarmi il beneficio e il piacere che provava con quell'atto con cui si sentiva fica come riempita. Poi mi passò a massaggiarsi il clitoride con le dita dell'altra mano spiegandomi che quello era il vero centro del piacere femminile e che toccandolo sarebbe sopraggiunto l'orgasmo. Mi disse che l'orgasmo era un profondo sconvolgimento che mi avrebbe attraversato il corpo come una tempesta quando sconvolge il cielo con tuoni e fulmini. L'orgasmo e solo quello, avrebbe infine placato le mie smanie.
Io guardavo come ipnotizzata mia zia mentre si dava quel piacere proibito davanti ai miei occhi lubrici. Percepii distintamente il prurito nella mia vagina farsi via via più intenso fino a diventare del tutto insopportabile. Mi tolsi le mutandine e cercai con la mano di emulare quello che vedevo. Mi accostai al suo corpo bollente fino a aderire alla sua pelle. Il mio viso fu contro il suo, le nostre bocche ansimanti restavano separate di qualche millimetro appena. Il pungente odore di sesso che sprigionavamo entrambe giungeva alle mie narici inebriandomi come fossero fumi alcolici. Mi risolsi per pormi a cavalcioni sopra di lei come un'amante si pone sopra il suo sposo. La zia propose di masturbarci a vicenda sicché io dovevo toccare lei e lei avrebbe toccato me. L'idea mi fece trasalire e fremere. La zia mi prese la mano che frugava tra le pieghe della mia stessa carne e la condusse tra quelle della sua carne e io vi affondai le dita. La mia mano era talmente affusolata e piccola che vi entrò quasi del tutto e così profondamente che solo il pollice ne rimase escluso. La zia sentendosi allargare la fica in quella maniera ebbe una convulsione che la costrinse ad afferrarsi a me mentre le gambe le tremavano in modo incontrollato. Quando si riebbe, mi infilò la sua mano tra le gambe e iniziò a masturbarmi in modo così piacevole che me ne venni quasi immediatamente. Ebbi un blackout mentale talmente forte che credetti di svenire per poi sentirmi scossa da un fremito mai provato tanto che ebbi una crisi così profonda che emisi lamenti a****leschi e gutturali spaventosi.
Quando ebbi la mia crisi, la zia spinse il ventre contro la mia mano forzandone ancor di più l'entrata, mi supplicò di chiudere il police nel palmo, io ubbidii immediatamente e sentii la mia mano sprofondare completamente dentro il corpo bollente della mia amata. Percepii una forte resistenza al colmo della quale entrai all'improvviso come di s**tto dento di lei fino in fondo e oltre al polso. Percepivo la forte tensione del suo corpo bollente e viscido. Lei gettò la testa all'indietro spalancando la bocca come per emettere un grido sconvolgente ma senza fare alcun suono. Si tappò la propria bocca con le due mani e iniziò a muovere il ventre contro il mio braccio proteso verso di lei e con la mano sprofondata nella fica. Si fece letteralmente scopare dalla sua nipotina che, oltretutto, aveva appena perso la verginità con lei. La situazione era fin troppo sconvolgente per entrambe per durare a lungo. Ripresi a toccarmi e scoprii che potei prestissimo raggiungere un nuovo orgasmo che sopraggiunse esattamente nello stesso istante di quello della mia adorata zia. Venimmo così forte che temei che i vicini potessero udirci e pensare che stesse avvenendo un orrendo delitto. Ma, invero, niente di più intenso era mai accaduto nella mia vita rispetto a quello che provai in quel momento.
Passato lo sconvolgimento fummo stremate. Giacemmo nude ed abbracciate come due amanti. Emanavamo un intenso odore di sesso promanante dai nostri ventri sudati. Sotto di noi si era formata una chiazza scura da tanto che avevamo bagnato le lenzuola.
Ci addormentammo così abbracciate e fu da quel giorno che diventammo amanti.
Durante la malattia era venuta ad abitare in casa nostra una zia, sorella minore della mamma. In quel periodo la zia aveva stretto un rapporto molto intimo con mio padre. La zia era diventata una seconda madre per me e sospettavo che stesse diventando una seconda moglie per mio padre.
La conferma la ebbi due anni dopo la morte della mamma quando la zia si decise a trasferirsi da noi con il pretesto di potersi avvicinare alla città per lavoro e per ridurre le spese di casa dato che eravamo rimasti solo io e mio padre.
Una sera, infatti, sentii dei mugolii femminili soffocati e dei sospiri provenire dalla camera matrimoniale. Di soppiatto mi recai a vedere cosa stesse succedendo facendo capolino di nascosto dalla porta della camera che era rimasta abbastanza socchiusa da permettermi di vedere l'interno senza essere vista. Vidi mia zia stesa sopra mio padre con le gambe aperte sopra la sua faccia mentre si introduceva il suo grosso cazzo lungo e duro in bocca e lo succhiava avidamente. Stettero per un po' in quella posizione a 69 finché mio padre non se ne venne agonizzante schizzando una notevole quantità di sperma in bocca e in faccia della zia che lo inghiottì tutto non lasciandone nemmeno una goccia. Ripulì il cazzo succhiandolo più dolcemente fino a quando non si sgonfiò completamente e i due si calmarono. Ogniuno si mise dalla propria parte del letto e si addormentarono.
Io volevo molto bene a mia zia e quando iniziai ad affrontare la pubertà mi stette molto vicina e mi spiegò tutto quello che c'era da sapere per una giovane fanciulla che stava crescendo per diventare una giovane donna.
Da quando la mamma era morta avevo molta paura ad addormentarmi da sola così chiedevo sempre alla zia di tenermi compagnia fino a che non mi fossi addormentata.
Una sera ci fu un furioso temporale e faticavo più del solito a prendere sonno. La zia, complice il fatto che mio padre era via di casa per affari, venne nella mia cameretta e si mise con me nel letto.
La zia fece del suo meglio per calmarmi. Mi prese amorevolmente la testa tra le mani e me la fece appoggiare sul suo grembo accarezzandomi i lunghi capelli dorati che aveva prima spazzolato con cura. Ero decisamente irrequieta, così ella mi disse che aveva sentito dire che far succhiare il seno aveva effetti calmanti per i giovinetti che come me avevano problemi a dormire e mi chiese se volessi fare ciò e che lei sarebbe stata felice di aiutarmi in tal senso. Io accettai di buon grado perché, pur di trovare serenità, ero disposta a tutto.
Così, la zia si abbassò le spalline della camicia da notte rivelandomi i suoi meravigliosi seni. Io mi accostai ad uno di essi e aprii la bocca accogliendovi all'interno il grosso capezzolo scuro. La zia fece un leggero sospiro e riprese ad accarezzarmi le guance e i capelli cullandomi leggermente mentre io presi a succhiare delicatamente.
Presto il capezzolo che tenevo nella bocca iniziò ad indurirsi e ad allungarsi formando un cono rugoso e turgido mentre il respiro della zia si faceva via via più pesante. Io seguitavo a succhiare il suo seno percorrendo con la lingua quel seno caldo e morbido fino a circondare il suo capezzolo duro che a tratti emetteva delle piccole gocce di liquido denso.
Poi sentii la zia divenire irrequieta mentre strofinava le cosce tra loro. Con la coda dell'occhio vidi la sua mano scendere verso il proprio inguine e sollevare un lembo della camicia da notte sino a scoprire il fianco e le mutandine bianche. La mano si diresse verso la pancia e si insinuò sotto l'elastico delle mutandine fino a scomparire tra le sue gambe che allargò leggermente.
Vidi che la zia aveva un'espressione del volto estatica mentre con la mano frugava delicatamente in mezzo alle proprie gambe sotto le mutande. Io mi fermai e le chiesi cosa stesse facendo. Lei si interruppe bruscamente come risvegliata da un sogno e, accortasi che avevo visto tutto, decise di non mentire e, con un filo di voce spezzata, mi spiegò che stava facendo una cosa che l'avrebbe fatta sentire molto bene e che le avrebbe fatto passare un "prurito" che avevo innes**to succhiandole il seno in quel modo così sensuale.
Io sul momento non capivo cosa ci fosse di tanto speciale nel frugarsi la cosina ma provai un moto di eccitazione nel basso ventre mentre mi figuravo quell'atto così nascosto e intimo. Ero curiosa e le chiesi di farmi vedere.
Lei fu molto riluttante ma io insistei fino a quando vinsi tale resistenza. Lei cercò di dissuadermi e fece anche il gesto di andarsene ma io la trattenni e la supplicai anche perché oramai ero divenuta abbastanza grande e avevo bisogno di imparare e capire quelle sensazioni che si sprigionavano nel mio ventre e che mi suscitavano sensazioni di frustrazione e irrequietezza. Spiegai alla zia che spesso mi era accaduto di svegliarmi nel cuore della notte pervasa da un senso di irrequietezza e di eccitazione per avere sognato una figura maschile e, molto spesso anche femminile, che premeva il suo corpo sul mio facendomi sentire il suo peso sul ventre. Le dissi anche che quando mi capitava di fare simili sogni mi svegliavo di soprassalto con la pisella fradicia e che spesso lasciavo una grande chiazza di bagnato sul lenzuolo.
La zia mi aiutò a capire che quei sogni e le loro conseguenze sul mio corpo erano dovute al fatto che mi stavo trasformando in una giovane donna e che quindi presto avrei sentito l'insopprimibile bisogno che lei stava provando in quel momento mentre le succhiavo il seno. Perciò la zia si decise ad aiutarmi a capire.
Così la zia si tolse la camicia da notte e si sfilò le mutandine rimanendo nuda accanto a me. Mi invitò a guardarla con voce strozzata dall'eccitazione per quel legame intimo che si era appena instaurato e che andava immensamente oltre rispetto all'amore filiale che provavamo l'una nei confronti dell'altra. Ella allargò le gambe nude e mi mostrò la sua fica che, a differenza della mia, era ricoperta da una rada peluria castana. Essa era socchiusa in modo osceno ed era bagnata al punto che copiose grosse gocce e bave trasparenti ne rendevano le labbra completamente madide. La sensazione era quella di vedere un bocciolo di rosa scuro e irrorato di rugiada mattutina con al centro una cavità scura ed imperscrutabile.
La zia fece scorrere le sue affusolate dita l'indice e medio lungo quella spaccatura scura per poi allargarle con un delicato gesto a forbice che aprì le grandi e piccole labbra che la circondavano così svelandomi ancor meglio i suoi segreti più reconditi. La cavità ora era allargata aperta, la zia riunì le dita e ve le infilò facendole scivolare a fondo fino alle nocche emettendo un forte gemito mentre con l'altra mano mi afferrò il braccio mentre le si inarcava la schiena in preda ad un forte spasmo.
Mentre faceva ciò, con la voce sommessa e rotta tentava di spiegarmi il beneficio e il piacere che provava con quell'atto con cui si sentiva fica come riempita. Poi mi passò a massaggiarsi il clitoride con le dita dell'altra mano spiegandomi che quello era il vero centro del piacere femminile e che toccandolo sarebbe sopraggiunto l'orgasmo. Mi disse che l'orgasmo era un profondo sconvolgimento che mi avrebbe attraversato il corpo come una tempesta quando sconvolge il cielo con tuoni e fulmini. L'orgasmo e solo quello, avrebbe infine placato le mie smanie.
Io guardavo come ipnotizzata mia zia mentre si dava quel piacere proibito davanti ai miei occhi lubrici. Percepii distintamente il prurito nella mia vagina farsi via via più intenso fino a diventare del tutto insopportabile. Mi tolsi le mutandine e cercai con la mano di emulare quello che vedevo. Mi accostai al suo corpo bollente fino a aderire alla sua pelle. Il mio viso fu contro il suo, le nostre bocche ansimanti restavano separate di qualche millimetro appena. Il pungente odore di sesso che sprigionavamo entrambe giungeva alle mie narici inebriandomi come fossero fumi alcolici. Mi risolsi per pormi a cavalcioni sopra di lei come un'amante si pone sopra il suo sposo. La zia propose di masturbarci a vicenda sicché io dovevo toccare lei e lei avrebbe toccato me. L'idea mi fece trasalire e fremere. La zia mi prese la mano che frugava tra le pieghe della mia stessa carne e la condusse tra quelle della sua carne e io vi affondai le dita. La mia mano era talmente affusolata e piccola che vi entrò quasi del tutto e così profondamente che solo il pollice ne rimase escluso. La zia sentendosi allargare la fica in quella maniera ebbe una convulsione che la costrinse ad afferrarsi a me mentre le gambe le tremavano in modo incontrollato. Quando si riebbe, mi infilò la sua mano tra le gambe e iniziò a masturbarmi in modo così piacevole che me ne venni quasi immediatamente. Ebbi un blackout mentale talmente forte che credetti di svenire per poi sentirmi scossa da un fremito mai provato tanto che ebbi una crisi così profonda che emisi lamenti a****leschi e gutturali spaventosi.
Quando ebbi la mia crisi, la zia spinse il ventre contro la mia mano forzandone ancor di più l'entrata, mi supplicò di chiudere il police nel palmo, io ubbidii immediatamente e sentii la mia mano sprofondare completamente dentro il corpo bollente della mia amata. Percepii una forte resistenza al colmo della quale entrai all'improvviso come di s**tto dento di lei fino in fondo e oltre al polso. Percepivo la forte tensione del suo corpo bollente e viscido. Lei gettò la testa all'indietro spalancando la bocca come per emettere un grido sconvolgente ma senza fare alcun suono. Si tappò la propria bocca con le due mani e iniziò a muovere il ventre contro il mio braccio proteso verso di lei e con la mano sprofondata nella fica. Si fece letteralmente scopare dalla sua nipotina che, oltretutto, aveva appena perso la verginità con lei. La situazione era fin troppo sconvolgente per entrambe per durare a lungo. Ripresi a toccarmi e scoprii che potei prestissimo raggiungere un nuovo orgasmo che sopraggiunse esattamente nello stesso istante di quello della mia adorata zia. Venimmo così forte che temei che i vicini potessero udirci e pensare che stesse avvenendo un orrendo delitto. Ma, invero, niente di più intenso era mai accaduto nella mia vita rispetto a quello che provai in quel momento.
Passato lo sconvolgimento fummo stremate. Giacemmo nude ed abbracciate come due amanti. Emanavamo un intenso odore di sesso promanante dai nostri ventri sudati. Sotto di noi si era formata una chiazza scura da tanto che avevamo bagnato le lenzuola.
Ci addormentammo così abbracciate e fu da quel giorno che diventammo amanti.
1 年 前