Vera
Sabato. I miei zii sono andati in città per il mercato e ne avranno per quasi tutto il giorno.
A casa siamo rimasti io e Vera la mia cuginetta. Siamo quasi coetanei e frequentiamo la stessa scuola. Entrambi attraversiamo i bollori dell'adolescenza comprese le dolorose conseguenze delle nostre libidini.
Vera era nuda sdraiata sulla grande chaise-long del soggiorno. I suoi seni erano già gonfi e rotondi. Dimostrava molti più anni di quelli che in realtà aveva. La guardavo di nascosto. I suoi capelli lunghi e castani erano raccolti in due deliziosi codini ai lati della sua testa, il viso assopito. Faceva un gran caldo e lei si beava del fresco sorseggiando un tè freddo che ogni tanto si versava dalla caraffa.
Il suo corpo nudo mi attirava come una falena. Vera non si era accorta di me. Vidi la sua erezione stagliarsi tra le sue gambe flessuose. Aveva il clitoride così grosso e duro da rimanere dritto in piedi come una banana. Lo osservavo con curiosità e un pizzico d'invidia: sembrava quasi più grosso del mio pene. Pensai che era un'ingiustizia che una ragazza potesse essere più dotata di un maschio.
Prese il proprio clitoride tra le dita e iniziò a masturbarsi facendone scorrere il cappuccio lungo l'asta eretta. La sentii lamentarsi e sospirare mentre si segava impunemente davanti a me non vista. Io mi sfilai i pantaloncini e presi a mia volta in mano il mio cazzo così duro da farmi male e iniziai a masturbarmi. Ero così vicino a Vera che se fossi venuto l'avrei sicuramente schizzata col mio sperma. Era quello che desideravo ma cercavo di trattenermi per far durare il più a lungo possibile quella lubrica e oscena situazione.
Non riuscivo a capire perché non si fosse accorta della mia presenza. Vero è che aveva i suoi stupendi occhi chiusi, ma è anche vero che ero a pochissima distanza da lei separato solo dal piccolo tavolino del soggiorno. L'odore del sesso e il fruscio dei vestiti non poteva non averli sentiti.
Fu così che mi feci più audace e mi avvicinai a tal punto che avrei potuto toccare quell'arnese diabolico che aveva in mezzo alle gambe frutto di un'anomalia genetica bizzarra e beffarda che aveva fatto di lei una creatura mitologica in carne e ossa. Quella che vedevo era una splendida femmina degna di Afrodite ma con un "cazzo" degno di Priapo. Le sue dita continuavano a scorrere sul clitoride mentre con le dita dell'altra mano si penetrava l'ano reso viscido dalla gran quantità di bava che sgorgava da quell'apparato inverecondo.
Mi misi in piedi segandomi in direzione di quel corpo stupendo che volevo umiliare e sporcare col mio seme. Lei, senza dire una parola si mise a quattro zampe in modo che il suo culo fosse a pochi centimetri dalla cappella gonfia e dura del mio cazzo. In quella posizione potei vedere l'orifizio avvizzito della fica, troppo piccolo e deformato per essere penetrato e che se ne stava li nella sua completa inutilità se non per ricordare che Vera era a tutti gli effetti una femmina.
Vera si protese ancora di più verso di me e tolse le sue dita dall'ano che rimase leggermente socchiuso e alquanto invitante. Ci spinsi dentro il cazzo facendolo scivolare piano ma con decisione provocando un grande gemito di Vera che si girò verso di me e con mia somma sorpresa mi disse: "bravo amore, non aspettavo altro!". Fu così che inculai Vera che aveva interrotto la masturbazione del clitoride per godersi appieno le mie spinte nel culo. La girai mettendomela sotto alla missionaria e continuai a incularla più a fondo che potevo. Il suo "cazzetto" ballonzolava negletto a causa delle mie spinte disseminando scie di bava trasparente sulla pancia di Vera che iniziava ad avere la sua crisi. Il suo culo era divenuto morbido e cedevole come una fica così ora la scopavo veramente forte con ritmo perfetto. Se ne venne emettendo suoni gutturali a****leschi. Dal clitoride schizzò una grande quantità di liquido che raggiunse il suo volto, entrò nella sua bocca spalancata per l'estasi. Io, a mia volta, le venni nel culo facendole un clistere col mio sperma.
Finite le crisi ci lasciammo andari soddisfatti l'uno accanto all'altra sul divano sino a quando non ci colse un sonno profondo e ristoratore.
Quella notte fu impossibile restare separato da lei e la raggiunsi appena tutti furono a letto. Passammo il tempo lunare a toccarci, succhiarci avvinghiati a 69 e a scopare.
A casa siamo rimasti io e Vera la mia cuginetta. Siamo quasi coetanei e frequentiamo la stessa scuola. Entrambi attraversiamo i bollori dell'adolescenza comprese le dolorose conseguenze delle nostre libidini.
Vera era nuda sdraiata sulla grande chaise-long del soggiorno. I suoi seni erano già gonfi e rotondi. Dimostrava molti più anni di quelli che in realtà aveva. La guardavo di nascosto. I suoi capelli lunghi e castani erano raccolti in due deliziosi codini ai lati della sua testa, il viso assopito. Faceva un gran caldo e lei si beava del fresco sorseggiando un tè freddo che ogni tanto si versava dalla caraffa.
Il suo corpo nudo mi attirava come una falena. Vera non si era accorta di me. Vidi la sua erezione stagliarsi tra le sue gambe flessuose. Aveva il clitoride così grosso e duro da rimanere dritto in piedi come una banana. Lo osservavo con curiosità e un pizzico d'invidia: sembrava quasi più grosso del mio pene. Pensai che era un'ingiustizia che una ragazza potesse essere più dotata di un maschio.
Prese il proprio clitoride tra le dita e iniziò a masturbarsi facendone scorrere il cappuccio lungo l'asta eretta. La sentii lamentarsi e sospirare mentre si segava impunemente davanti a me non vista. Io mi sfilai i pantaloncini e presi a mia volta in mano il mio cazzo così duro da farmi male e iniziai a masturbarmi. Ero così vicino a Vera che se fossi venuto l'avrei sicuramente schizzata col mio sperma. Era quello che desideravo ma cercavo di trattenermi per far durare il più a lungo possibile quella lubrica e oscena situazione.
Non riuscivo a capire perché non si fosse accorta della mia presenza. Vero è che aveva i suoi stupendi occhi chiusi, ma è anche vero che ero a pochissima distanza da lei separato solo dal piccolo tavolino del soggiorno. L'odore del sesso e il fruscio dei vestiti non poteva non averli sentiti.
Fu così che mi feci più audace e mi avvicinai a tal punto che avrei potuto toccare quell'arnese diabolico che aveva in mezzo alle gambe frutto di un'anomalia genetica bizzarra e beffarda che aveva fatto di lei una creatura mitologica in carne e ossa. Quella che vedevo era una splendida femmina degna di Afrodite ma con un "cazzo" degno di Priapo. Le sue dita continuavano a scorrere sul clitoride mentre con le dita dell'altra mano si penetrava l'ano reso viscido dalla gran quantità di bava che sgorgava da quell'apparato inverecondo.
Mi misi in piedi segandomi in direzione di quel corpo stupendo che volevo umiliare e sporcare col mio seme. Lei, senza dire una parola si mise a quattro zampe in modo che il suo culo fosse a pochi centimetri dalla cappella gonfia e dura del mio cazzo. In quella posizione potei vedere l'orifizio avvizzito della fica, troppo piccolo e deformato per essere penetrato e che se ne stava li nella sua completa inutilità se non per ricordare che Vera era a tutti gli effetti una femmina.
Vera si protese ancora di più verso di me e tolse le sue dita dall'ano che rimase leggermente socchiuso e alquanto invitante. Ci spinsi dentro il cazzo facendolo scivolare piano ma con decisione provocando un grande gemito di Vera che si girò verso di me e con mia somma sorpresa mi disse: "bravo amore, non aspettavo altro!". Fu così che inculai Vera che aveva interrotto la masturbazione del clitoride per godersi appieno le mie spinte nel culo. La girai mettendomela sotto alla missionaria e continuai a incularla più a fondo che potevo. Il suo "cazzetto" ballonzolava negletto a causa delle mie spinte disseminando scie di bava trasparente sulla pancia di Vera che iniziava ad avere la sua crisi. Il suo culo era divenuto morbido e cedevole come una fica così ora la scopavo veramente forte con ritmo perfetto. Se ne venne emettendo suoni gutturali a****leschi. Dal clitoride schizzò una grande quantità di liquido che raggiunse il suo volto, entrò nella sua bocca spalancata per l'estasi. Io, a mia volta, le venni nel culo facendole un clistere col mio sperma.
Finite le crisi ci lasciammo andari soddisfatti l'uno accanto all'altra sul divano sino a quando non ci colse un sonno profondo e ristoratore.
Quella notte fu impossibile restare separato da lei e la raggiunsi appena tutti furono a letto. Passammo il tempo lunare a toccarci, succhiarci avvinghiati a 69 e a scopare.
2 年 前