La discoteca

Avevo ballato e bevuto Gin Tonic tutta la sera, poi, alla terza canzone sotto i 180bpm sono uscito dal locale, sbronzo, sudato e con il cazzo dolorante, era stato troppo in tiro per i vari strusciamenti.
Supero il buttafuori, vestito in tiro, lui, ormai sciatto, io. Doveva aver passato una bella serata, niente litigi, niente idioti impazzati di coca, niente di niente, giusto qualche gruppetto agitato che avrà provato ad entrare con scuse improbabili.
Mi allontano un po’, la musica diventa ovattata e il ghiaccio dei Gin Tonic non ne vuole più sapere di starmi dentro.
Sbottono la patta davanti a un muretto e inizio a pisciare, il fumo sale dall’asfalto, il piscio caldo bagna la punta delle mie sneakers.
A mischiarsi al suono del mio uccello che si svuota, quello dei passi di un tacco, almeno otto, mi volto con ancora l’uccello in mano e vedo un minigonna muoversi, cammina a passo svelto con la borsetta sotto braccio, i capelli biondi le scendono lungo le spalle. Mi guarda, abbozza un sorriso. Io accenno imbarazzo e tiro dentro l’arnese chiudendo la zip. Sorride coprendo la bocca, sorrido anche io.
“Scusa, non t’avevo vista…”
Non risponde e continua a camminare, va verso la sua macchina, una Mini, rossa.
Mi guarda di nuovo mentre le quattro frecce lampeggiano facendo un doppio beep.
Continuo a fissarla.
Non sale di corsa, sa che non sono un maniaco, o almeno non del tipo che deve fare paura, apre la portiera del passeggero e getta la borsetta, la chiude e si volta verso di me. È magra, mi erano sempre piaciute le ragazze sottili.
“Scusa dico… non ti avevo visto, di solito non piscio come i cani…”
“È carino chi lo fa come te…”
“Come me come?”
Sbiascico le parole.
“Con quei capelli chiari… e quelle labbra…”
“Ah…” rido “pensavo al modo in cui lo facevo…”
Sorride.
“Non ti ho vista ballare dentro…”
“Nemmeno io ho visto te, ero nel prive…”
“Io in pista…”
“Solo?”
Annuisco “Sia all’arrivo che ora…”
“È un peccato…”
Divarica le gambe. Ha cosce nelle autoreggenti, leggins, guanti e un vestitino che nasconde ben poco.
“Anche tu sola…”
“Sì…”
Le vado più vicino. Sento il profumo che ha messo misto all’odore della pelle sudata. È buono. Torno tosto. Perdo l’equilibrio le finisco addosso, le mie mani sull’auto.
“Scusa…”
“Mi sa che hai bevuto un po’ troppo…”
Sente che sono duro.
“Non abbastanza da essere moscio però… Senti qua…” sento il suo guanto nero, di pelle, sfregarsi sul mio jeans.
“Ma così ubriaco non riusciresti a scoparmi…” mi spinge indietro.
s**tta qualcosa. Non mi va la sua provocazione. La afferro e la giro sbattendola sullo sportello.
“Sicura?”
Fa un gemito e un sorriso.
Abbasso di corsa la zip. Mi sputo sulla mano e le spalmo la saliva sul buco. Voglio mi senta dentro, voglio prenderle il culo.
Tiro fuori il cazzo turgido. Ci sputo sporcando anche i pantaloni. Sa di Gin.
La mano sporca di saliva gliela metto sulla bocca mentre con l’altra aiuto il mio cazzo ad entrare in quel buco stretto.
Morde, stringo, molla la presa, lecca la mia mano.
Sente il cazzo che entra a fatica, fa scivolare i tacchi sull’asfalto per allargare le gambe. Spingo, sente solo la punta, non sa cosa l’aspetta. Spingo. Morde di nuovo. Stringo la bocca più forte. La sua saliva si mischia alla mia.
Le soffio vicino l’orecchio per dirle di fare silenzio.
“Respira invece di mordere…”
Annuisce.
Mi spingo dentro. È caldo. Il suo odore si unisce al mio. I jeans sfregano sulla sua pelle.
Il mio cazzo si gonfia nelle vene mentre inizio a spingermi a fondo. Un colpo deciso. È tutto entro. Morde di nuovo, le palle sbattono. Ansimo.
La mano che aveva aiutato il mio turgido cazzo scivola sulle sue chiappe per allargarle un po’, mi tiro indietro col busto per guardare il mio membro fiero darle piacere.
Le mie palle sbattono contro le sue.
Era così donna.
“Tutto qui…” sorride.
Ci metto più foga, le afferro i fianchi con entrambe le mani. I miei mi fanno male da quanto sbatto forte e deciso. Lei, lecca il finestrino chiuso della sua auto. La bava cola.
Sono curioso. Faccio scivolare una mano davanti. Sono curioso. È dura anche lei. Il rossetto sporca il vetro. Ogni colpo è deciso e lei emette piccoli gemiti mentre la sua guancia sfrega sul vetro.
Non avevo mai tenuto un cazzo che non fosse il mio. È dura.
“Dai… Che c’è?” mi guarda con degli occhi color lussuria. Voglio farla venire con me. Voglio farla godere.
La scopo con foga mentre la tocco. Mi perdo nei gesti. Non sono più io. Voglio farla godere. La scopo. La sua testa batte sul vetro mentre con le mani prova a tenersi lontana dalla Mini. La scopo con foga. Non riesce. Sento il cazzo che pula e si gonfia, lei lo sente sempre più grosso.
“Ti vengo dentro…” sussurro al suo orecchio mentre la cappella butta fuori veemente lo sperma caldo. Non smetto di spingere il cazzo. Non mi fermo. Fa quasi male mentre qualche schizzo di sperma finisce sui pantaloni.
“Ahi, piano…”
Ho stretto troppo il suo membro. Allento la presa mentre mi sfilo da lei. Ho la mano bagnata. È venuta con me.
Svolta col trucco disfatto, tira giù la gonna, mi bacia.
“Non volevo, forse domani ti denuncio…”
Fa il giro dell’auto e sale in macchina. Accende. Va via.
Resto in piedi col membro a penzoloni. La mano sporca. il suo sperma sull’asfalto.
Resto con l dubbio che mi denunci sul serio.
Chissà che sapore ha.
Lecco la mia mano.

A. Tiburzi

Dedicato a asiatrav82
发布者 altiburzi89
3 年 前
评论
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FrancescaTravesta
bello, molto bello....
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